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Grafologia e Psichiatria - I segni di disagio e di sofferenza psichica nella scrittura

Quali sono i segni grafologici indicatori di uno stato di sofferenza psichica? Come si presentano in caso di disturbi che vanno dal normale disagio esistenziale a problematiche più gravi, quali la psicosi, il disturbo bipolare, la depressione e la dipendenza da alcol? Ogni volta che un individuo entra in un tunnel di comportamenti ripetitivi di natura difensiva, anche la scrittura segnala l’accentuazione della modalità reattiva adottata tramite l’evidenziazione di una particolare combinazione grafologica.

Oltre alle numerose informazioni ottenibili grazie a questo particolare approccio, bisogna considerare anche il ruolo rilevante che la grafologia può assumere in tutte quelle situazioni collegate a forme di sofferenza psichica difficili da esprimere a parole, perché la personalità non ha voce per individuare al suo interno il nodo problematico. L’analisi della scrittura permette di aggirare le difficoltà collegate alla comunicazione verbale del disagio vissuto, o anche quelle dovute alla poca consapevolezza che un individuo può avere della propria sofferenza interiore, giacché attinge a forme di interpretazione di tipo analogico del linguaggio grafico.

La documentazione offerta è davvero ampia: più di cinquanta scritture provengono da due strutture psichiatriche interessate a questa forma di confronto psicodiagnostico, altre dall’archivio personale dell’Autrice e altre ancora appartengono a personaggi famosi noti per aver manifestato, nel corso della loro vita, alcune forme di disagio psichico o psichiatrico (quali, ad esempio, John Nash, Vivien Leigh, Syd Barrett, Elvis Presley, Virginia Woolf, Arturo Toscanini, Ernest Hemingway, Truman Capote e molti altri).

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